L'AQUILA SILENZIOSA

DATA 3 Agosto 2023 - ANTONIO LUDOVICO

Probabilmente era il membro degli Eagles più fragile, quello più silenzioso, meno tracotante e meno in vista. Ma in quanto a classe cristallina, il bassista del Nebraska ne aveva da vendere . Infatti, non puoi mai essere il membro fondatore di una delle band più ricche ed acclamate al mondo se non hai delle doti speciali, non puoi confrontarti con giganti dalla debordante personalità come Glenn Frey e Don Henley se non sei in possesso di qualità tecniche ed umane fuori dal comune. E Randy era il perfetto comprimario, quello cui ci si aggrappa per far girare tutto al meglio, il tassello giusto che fa quadrato. Fateci caso: molte band sono state nel loro massimo fulgore fino a quando i cosiddetti comprimari hanno retto la baracca, poi sono stati solo una stanca imitazione di loro stessi. Randy suonava il basso, cantava da Dio (basta ascoltare “Take it to The limit”), scriveva molti brani e, particolare di non poco conto, era una splendida seconda voce. Non una stella di prima grandezza, anche perché per quel ruolo nella band californiana i posti erano già affollati da tempo. Eppure, sin dal 1971 (proveniva dai Poco), ha partecipato alla nascita ed alla definitiva affermazione di una band che ha spopolato in tutto il mondo. A volte, sapersi comportare e stare al proprio posto, con tutti gli affanni di una carriera in costante ascesa, costituisce una qualità imprescindibile. Se ne va - causa un problema polmonare - un altro tassello di un mondo che sta disgregandosi con la velocità della luce.
So long Randy.

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