Trasmissione dalla Biblioteca dell’anima

DATA 5 Settembre 2021 - Norma ALENI CAROLEO

Fare una trasmissione da un reparto di oncologia, in cui ci si trova per stare accanto a un congiunto che soffre, è certamente un momento di emotività pesante. Parlare di speranze, di dolore, ma soprattutto di rabbia per la mala politica che ha creato una situazione dolorosa per gli ammalati e per i familiari, è possibile solo da mass media  liberi, come radio Ciak, che non è piegata al potere politico di nessun partito, ma solo alla pura e profonda verità dell’informazione. Non esistono in Italia sanità d’eccellenza e sanità di scarto, ma solo organizzazioni politiche rispettose del proprio territorio su cui lavorano per dare le cure più consone alle esigenze del popolo, con macchinari d’ultima generazione e professionisti che vengono rispettati e pagati profumatamente per le loro competenze. Qualsiasi cittadino italiano può essere curato nella propria regione di residenza, ma anche, qualora ne faccia richiesta, in strutture sanitarie di altre regioni. Questa si chiama mobilità regionale, che può distinguersi in mobilità attrattiva , come quella delle regioni del nord che accolgono malati da ogni parte d’Italia  e che vantano più di 200 milioni di credito e in mobilità passiva delle regioni del sud che chiedono ad altre regioni ospitalità, fuggendo dalla propria per curarsi. Logicamente queste ultime vantano debiti per pagare ad altri le prestazioni sanitarie che non trovano o pensano di non trovare nei territori dove risiedono. A proposito delle regioni del nord, come la Lombardia, ho messo in evidenza le dichiarazioni della prof.ssa universitaria Maria Elisa Sartor, che ha rilasciato all’agenzia di stampa Dire. Secondo la Santor la sanità lombarda è diventata un mercato, grazie alle decisione dell’Ente Regione che affida l’erogazione dei servizi ad aziende pubbliche e private, mettendole in concorrenza tra loro e ponendole su un piano di parità.

Quindi, quando noi del Sud ci rechiamo a Milano, per curarci,  il più delle volte finiamo in strutture private (anche perché nelle pubbliche non trovano posto neanche i milanesi) che per definirsi di eccellenza, dopo che ti curano, o ti operano chirurgicamente,  per paura che tu possa avere dei problemi o morire, ti dimettono e ti spediscono a casa tua, al Sud.

Tra l’altro la regione Calabria che paga alla Lombardia o Veneto o ad altre regioni le cure dell’ammalato meridionale, non ha mai fatto una statistica per controllare quanti ammalati nostri, curati presso le loro struttura, riescono a sopravvivere e per quanto tempo. Noi alla regione Calabria non abbiamo una statistica del genere. Perciò  l’eccellenza non viene verificata e misurata sulla quantità di tempo che rimane all’ammalato, ma solo sul tempo di cura fuori dalla propria sede, se rientra vivo a casa. E poi? Tanto se l’ammalato finisce il suo tempo al sud, viene considerato che la sanità calabrese è ammalata, incapace di curare, non tenendo conto che, però, il povero malato è stato curato nel nord.

Il Corriere  della Calabria del 15 luglio 2021 ha scritto che la regione Calabria obbliga i calabresi a curarsi fuori della propria sede di residenza. Dichiarazione molto forte, se riflettiamo sulle parole…

 

Intanto noi sborsiamo 223 milioni di euro per prestazioni che potrebbero essere fatte in Calabria con costi minori e senza disagi familiari. Lo stesso discorso criminogeno vale per la Pet, visto che il report della regione Calabria ha attestato che oltre il 60% delle prestazioni Pet di cui hanno bisogno i calabresi, viene reso fuori regione a costi raddoppiati, rispetto a quanto costerebbe qui da noi e con macchinari di ultima generazione. A questo punto, con la mia solita sincerità, ho affermato che io, da calabrese doc, manderei in galera tutti i politici che da vent’anni ci hanno portato a patire queste situazioni da terzo mondo e confischerei tutte le ricchezze che hanno accumulato nel periodo in cui hanno operato in politica. Esagero? Non credo. In fondo, anche alla mafia vengono confiscati i beni accumulati illecitamente…

 

IL SALOTTO DI NORMA con Norma Aleni Caroleo

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