BATMAN L'INVESTIGATORE OSCURO

DATA 21 Marzo 2022 - Martina Cacia

BATMAN L'INVESTIGATORE OSCURO

Attraverso le struggenti note di “Something in the way”, avviene il contatto con Gotham City, sempre decadente e corrotta come gli abitanti che la ospitano, assuefatti dalla paura e al cospetto dei criminali che controllano la città. È dalla sua oscurità che nasce l’anti-eroe di Matt Reeves, impersonificato da Robert Pattinson, che costruisce la sua interpretazione di Batman, ispirandosi alla solitaria adolescenza di Kurt Cobain, creando un’analogia con il trauma di Bruce Wayne, il “principe di Gotham”, segnato dall’omicidio dei genitori.
Il film avrà soddisfatto le aspettative degli amanti dell’uomo pipistrello?
La sua uscita, dopo un lasso di tempo abbastanza lungo, ha generato pareri contrastanti: c’è chi lo ha amato e chi, invece, ne è rimasto deluso. In fin dei conti, dovevamo aspettarcelo, per le distanze volutamente prese dalle trasposizioni cinematografiche precedenti, che hanno lasciato un segno indelebile, come il successo della trilogia di Nolan e il tocco inconfondibile di Tim Burton. Ci è sempre stato proposto un eroe dalle doti eccezionali, seppur umane, capace di risollevare se stesso e gli altri, come fosse il prescelto. Non è il caso di questa pellicola in quanto il protagonista, ancora al secondo anno di “attività”, risulta immaturo e in conflitto con il proprio destino, mosso dal chiaro sentimento della vendetta. L’evoluzione di Batman/Bruce Wayne è accompagnata dalle suggestive tracce musicali di Michael Gioacchino che, accostate alle singolari inquadrature e ai colori dark, non possono che rinforzare la struttura della trama. Il connubio tra suono e immagine rende giustizia al mastodontico progetto, nonostante la durata alquanto discutibile di ben tre ore che risulta essere un punto a sfavore. Per questo motivo, l’attenzione, dopo un’abbondante ora e mezza, tende a vacillare, favorita dalla presenza di tanti personaggi che, inevitabilmente, prolungano la storia. Le riprese si discostano dal mondo del fantasy, creando un approccio reale con il film e, di conseguenza, la semplicità si riversa sui costumi e sulla maggior parte dei trucchi, a esclusione dello strepitoso cambiamento di Colin Farrell, irriconoscibile per via delle protesi sul viso. L’opera merita di essere vista e di essere giudicata con occhio critico, perché è evidente la voglia di non omologarsi con la classica prospettiva dell’eroe privo di debolezze.

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