"Matrix Indignation"

DATA 14 Gennaio 2022 - Ermelinda Bisantis

L’anno nuovo è iniziato con l’uscita di un film tanto atteso, quanto divisivo: Matrix Resurrections. 
Il quarto capitolo è arrivato al cinema a ventidue anni di distanza dall’uscita del primo film, iniziatore di una saga che ha fatto scuola, firmata dalle sorelle Lilly e Lana Wachowski. Matrix racconta l’iconica storia di Neo (Keanu Reeves), un uomo apparentemente normale che inizia però ad avvertire la presenza di qualcosa di ulteriore, all’interno della realtà da lui vissuta, arrivando così a scoprire di star abitando una simulazione, la cui rappresentazione del mondo è ben lontana dallo stato reale della Terra, ormai in mano alle macchine, che vivono “coltivando” esseri umani e traendo da loro energia. La missione di Neo è quella di risvegliare gli esseri viventi e porre fine alla guerra contro le macchine, anche grazie all’aiuto di iconici personaggi quali Morpheus (Laurence Fishburne) e Trinity (Carrie-Ann Moss), della quale si innamorerà: la loro relazione, infatti, è uno dei punti cardine della serie cinematografica. Alla fine del terzo capitolo della saga (Matrix Revolutions, seguito di Reloaded) Neo e Trinity sacrificano la loro vita, per porre fine alla guerra tra macchine e uomini e, in Matrix Resurrections, nulla sembra essere cambiato: Neo non ricorda più chi è, perché è nuovamente il signor Anderson (nome che Neo aveva nella simulazione), ora un importante ideatore di videogiochi, diventato famoso per la serie di videogame che, guarda caso, si chiama Matrix, e ripercorre esattamente le vicende dei film precedenti. Grazie a Bugs (Jessica Henwick), una donna che è riuscita a svegliarsi e a un programma che permette a Morpheus (Yahya Abdul-Mateen II) di rivivere, Neo sarà in grado di ricordare la sua identità e ritornare alla realtà; è a questo punto che scopre che Trinity (presente in Matrix col nome di Tiffany) è ancora in vita, dunque fa di tutto per risvegliarla. Apparentemente, le premesse di Matrix Resurrections, a opera della sola Lana Wachowski, sono così semplici da risultare deludenti, opinione diffusa persino tra i fan più accaniti della saga, ma questo film è qualcosa di più: Lana Wachowski ha costruito, usando la trama del film come mero pretesto, un complesso parallelismo tra finzione cinematografica e simulazione interattiva, metafora dello stato della gran parte della produzione cinematografica contemporanea. In un’epoca in cui le pellicole sembrano realizzate in un’ottica di fan-service, Lana Wachowski sottrae a Matrix Resurrections la possibilità di essere il film che tutti si aspettano, denunciando, tramite una trama e personaggi evidentemente scadenti, la rovinosa deriva che soprattutto Hollywood sembra ormai aver intrapreso. Certo, nel perseguire questo intento la regista si è probabilmente inimicata la maggior parte dei fan della saga, ma è sicuramente riuscita in quella che potrebbe essere la sua intenzione: risvegliare il pubblico cinematografico contemporaneo, dal sonno costituito da quei film realizzati solo per accontentarlo.

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