VILLENEUVE IN CERCA DI FORDUNE

DATA 27 Settembre 2021 - Joseph Marquis

Il discusso Dune di Denis Villeneuve, regista canadese già famoso per aver diretto film come Blade Runner 2049 (2017) e Arrival (2016), è la parte iniziale dell’adattamento cinematografico del primo romanzo di Frank Herbert, relativo al “Ciclo di Dune”. Dune è la tipica pellicola che, se fosse uscita qualche anno fa, sarebbe stata denominata un “kolossal”: cast d’eccezione, durata considerevole (155 minuti), storia epica e altissimo budget per coprire le spese degli effetti speciali, in CGI e non, che sono serviti per la realizzazione di questo progetto. Ma andiamo per ordine, raccontando un po’ della trama: In un futuro distante, l’imperatore toglie il controllo del pianeta Arrakis alla casata degli Harkonnen per darlo nelle mani della casata Atreides. Arrakis è l’unico pianeta dove può essere estratta la Spezia, una polvere presente nelle sabbie che lo ricoprono e che rende possibili i viaggi interstellari, donando agli umani capacità soprannaturali. Non vorrei dire di più della trama, per lasciare allo spettatore il gusto di scoprire ciò che succede e, per chi conoscesse i libri di Herbert, come Villeneuve sia riuscito a sceneggiare, affinché la sua pellicola fosse più fedele possibile al romanzo. A livello tecnico e di regia il film è grammaticalmente perfetto. È stato accusato da molte persone di essere lento e di non riuscire, in 155 minuti, a raccontare una storia convincente. Tuttavia, l’opera di Herbert è talmente vasta che sarebbe stato impossibile riuscire a inserire i dettagli, pensati dall’autore del libro, in un film che non facesse parte di una lunga serie. Per molti anni, infatti, l’opera era stata dichiarata quasi impossibile da sceneggiare per il cinema. Alcuni di voi ricorderanno sicuramente l’adattamento di David Lynch del 1984, ma anche in quel caso la sceneggiatura fu compromessa dalla produzione di De Laurentis e i salti temporali imposti per concludere la narrazione, si rivelarono frustranti e apprezzabili solo dopo visioni multiple del film. Ma torniamo a questo adattamento di Villeneuve. Il regista è riuscito a regalarci un piccolo gioiello cinematografico, che resterà negli annali del cinema per la maestosità del progetto e per la solennità che pervade ogni scena. Le musiche di Hans Zimmer fanno da corollario a tutto ciò che vediamo, caricando di pathos l’intera pellicola che lascia pochi spazi ai sorrisi, ma tiene incollati alla poltrona del cinema con la curiosità di sapere che cosa andrà a succedere. 
Voto 8,5. 

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